martedì 18 novembre 2008

Malagrotta, perchè la Termoselect non convince

Ho fatto una ricerchina sull'azienda che ha fornito la tecnologia per l'impianto di Malagrotta, la Thermoselect. Pare che l'azienda non sia esattamente all'avanguardia dal punto di vista della sicurezza. Due episodi possono spiegare meglio. L'unico gassificatore (identico per progetto a quello di Malagrotta) costruito dalla T. in Europa si trova a Karlsruhe, in Germania, che aperto nel '99, ha dovuto chiudere i battenti tre anni fa, dopo denunce varie e un'indagine della magistratura. Nel 2000, dopo appena un anno quindi, si erano già riscontrati alcuni "problemi operativi" che ne avevano sospeso il funzionamento: fughe di gas tossico, incrinature nel cemento della camera ad alte temperature causate dalla corrosione e dal calore (tali da provocare un'esplosione),e perdite di liquido da un bacino di sedimentazione che conteneva acque di scolo contaminate da cianuro. Ancora, nel 2002 un monitoraggio aveva certificato il superamento delle emissioni di diossine, metalli pesanti e altri agenti inquinanti rispetto ai limiti imposti nel 2000. In due casi su tre, le verifiche, avevano per di più certificato dei livelli di diossina più alti nei gas "ripuliti" che in quelli ancora sottoposti ai meccanismi di filtraggio dell'impianto. Nello stesso anno era stato riscontrato un utilizzo di 17 milioni di metri cubi di gas naturale, senza alcuna produzione nè di elettricità e calore. Le difficoltà dell' EnBW (la ditta proprietaria dell'impianto) hanno condotto poi la stessa azienda a sospendere la costruzione di un altro inceneritore per la gassificazione nella città tedesca di Ansbach,a causa dei problemi del "confratello" di Karlsruhe. Quando nel 2004 l'EnBW decise di chiudere l'impianto, le perdite di gestione ammontavano a 400 milioni di euro.
Il "Bund", un gruppo di cittadini ed ambientalisti della regione di Francoforte, dopo l'abbandono del progetto che prevedeva la costruzione di un impianto identico ad Hanau (nel 2000 e per lo stesso motivo che ne aveva fermato la realizzazione ad Ansbach), riferì, tra le cause della decisione, di rilevanti disfunzioni nel rivestimento dei refrattari. Una cosa non nuova. E qui arriva il secondo punto. La stessa Thermoselect, che in Italia, a Fondotoce (sul Lago Maggiore), aveva installato un impianto simile nel 1992 (chiuso nel 1999, anche qui dopo una serie di vicende giudiziarie), fu condannata per stoccaggio di materie nocive, dopo che, la Kiss, che ne gestiva la proprietà, ebbe una lunga vertenza (per alcuni miliardi di lire che non voleva pagare) con una ditta di Trezzano sul Naviglio sostenendo non gli avesse fornito refrattari di qualità. Una perizia della Breda siderurgica attestò in seguito trattarsi di refrattari al cromo di prim'ordine. Ma nell'impianto, causa l'altissima temperatura, duravano pochissimo ed essendo peraltro assai velenosi si arrivò a dover stoccare sul piazzale queste scorie. Le violazioni ambientali riscontrate, inoltre, interessarono anche l'inquinamento del lago con composti tossici, compreso il cianuro, il cloro e composti di azoto ( cosa riscontrata anche nel'impianto di Karlsruhe, che nel 2003 ha smaltito circa 120.000 metri cubi di acqua di lavaggio nel Reno). In italia i funzionari della Thermoselect, oltre ad esser stati costretti a fermare l'impianto, sono stati condannati a sei mesi di arresto con la condizionale e al pagamento di multe. A questo si aggiunge il fatto che l'impianto non è stato in grado di funzionare a piena capacità per mai più di un mese.

Il progetto di Malagrotta è protetto da segreto industriale. In sintesi, non ci sono garanzie di sicurezza riguardo l'emissione di sostanze tossiche e di rifiuti inquinanti ( e l'eventuale deposito di questi ultimi rimane ad oggi sconosciuto). Un'incognita è inoltre rappresentata dalla quantità di rifiuti che riuscirebbero ad essere smaltiti, oltre alle grandi quantità d'acqua e di energia che il funzionamento del gassificatore necessita.

giovedì 23 ottobre 2008

sabato 18 ottobre 2008

Facebook

Roma, Torre argentina, fermata dell’autobus. Scusami, sapresti dirmi che ore sono? Le 13 in punto. Comunque piacere, io sono Marco. Carla. Non sei di qui. Già. Una parola tira l'altra, chiacchieriamo. Senti, posso chiederti una cosa? Dimmi. Conosci Facebook? Certo! Solo che, ecco, ti darei anche un cognome falso e, hai presente il gruppo "Che ti aggiungo a fare se per strada non ti saluto"? No, al party di Facebook non ci sono andata e non ci andrò mai!

Benvenuti nella nuova era del corteggiamento, e soprattutto, benvenuti in Fb (come lo chiamano gli amici), il secondo social network più famoso del mondo (il primo è My space) la cui "mania" ha contagiato in Italia oramai un milione di utenti. Inserirsi in questo mondo è semplice, e per farlo avete due opzioni: attendere l'invito (sulla posta) di un amico che si è già registrato, e che vuole assolutamente includervi fra i suoi contatti, o collegarsi al sito www.facebook.com. Poi? Poi basta immettere una password e l'indirizzo mail, scrivere nome e cognome, scegliere la "rete" in cui voler essere inseriti (Italy, Globale, etc.), creare un profilo, e il gioco è fatto; si è, convinti o no, facebookiani. Senza impegno, sarà sufficiente in seguito aggiornare il proprio stato, mentre a tutto il resto penseranno i contatti che man mano aggiornerete, commentando i post lasciati in bacheca, sommergendovi di test e inviti ai gruppi più disparati. Esempio: "Aridatece la Corsica, ve regalamo la Campania!", “Amici del congiuntivo”, “Fans di Giovanni Falcone e paolo Borsellino”, "Uccidiamo il gattino virgola", "Quanto porta sfiga Jessica Fletcher", etc.. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. La differenza con le 'vecchie' chat e il successo di Fb? Qui la gente che si incontra si conosce (o si conosceva) già fuori da Internet, e difatti non è un caso se su questa “piazza virtuale” si siano 'ricostruite' classi scolastiche a decenni di distanza. Sconsigliato ai tipi riservati e solitari, è invece particolarmente indicato per coloro che necessitano di informazioni continue sull'attività di vicini e lontani, come fidanzati/e gelosi/e, e ficcanaso incalliti. Inoltre, aggiornando i vostri album potrete rendere tutti partecipi dei vostri incontri o mostrare le foto dell'ultima vacanza, anche in tempo reale. Inoltre, se avete avuto un'adolescenza difficile per qualche brufolo e chilo di troppo, ed ora Brad Pitt vi fa un baffo e avete sposato la sosia di Angelina Jolie, oppure, se non ve la sentite d'essere solidali con la vostra più acerrima nemica che è stata appena lasciata sull'altare mentre voi siete in viaggio di nozze alle Maldive, questo potrebbe essere un ottimo strumento di rivincita. A questo punto la domanda è, ma a Facebook si è iscritto solo il vostro vicino di banco delle elementari o il postino che viene a citofonarvi ogni mattina alle otto? La risposta è no. Cercando qua e là infatti potreste trovare anche il nome di qualche presentatrice nota come una Simona Ventura, o qualche politico di fama, come l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli o il leader dell'Udc Ferdinando Casini, e pensare che la pubblicità possa passare anche da qui. Altra chiave del successo di Facebook, giochi e quiz sviluppati dagli utenti stessi, ce ne sono circa 50 mila. Fb cattura, e per molti diventa un passatempo irresistibile visto che con un solo sito è possibile giocare, informarsi, divertirsi, guardare le foto degli amici, incontrare persone che non si sentono da tanto tempo, chattare e farsi gli affari degli altri. Il successo di Fb inoltre è talmente dirompente che sta creando alcune difficoltà, divenendo un problema soprattutto in certi ambienti d’ufficio che hanno registrato un calo della produttività. Tra gli altri rischi legati al mondo facebookiano, la violazione della privacy, in tutti i settori: dal sentimentale al professionale. Molti lo usano per controllare la propria dolce metà e ormai sono diversi i responsabili del personale delle aziende che controllano su Fb la vita privata dei propri dipendenti (un pettegolezzo: qualche tempo fa girava la voce secondo cui il reale fondatore di Fb poteva non esser stato Mark Zuckerberg, bensì i servizi segreti statunitensi).

sabato 11 ottobre 2008